MediLine.it

Top News di Medicina



Insufficienza cardiaca avanzata, il pacemaker-defibrillatore riduce la mortalità del 36%


Studi clinici ( MUSTIC, MIRACLE , MIRACLE ICD ) hanno dimostrato benefici per i pazienti sottoposti a terapia di risincronizzazione cardiaca in termini di miglioramento della capacità di esercizio fisico, della qualità della vita e dei sintomi clinici.
Molti pazienti non hanno necessitato di trapianto cardiaco, grazie ai miglioramenti avuti a seguito della terapia.
Tuttavia la mortalità e la morbidità nel lungo periodo non sono state ancora verificate.

Lo studio, denominato COMPANION ( Comparison of Medical Therapy, Pacing, and Defibrillation in Heart Failure ) ha valutato se la stimolazione biventricolare con un pacemaker con o senza un defibrillatore fosse in grado di ridurre la mortalità e l’ospedalizzazione tra i pazienti con insufficienza cardiaca cronica in fase avanzata.

Sono stati arruolati 1.520 pazienti con insufficienza cardiaca, in classe NYHA III e IV , e con intervallo QRS prolungato ( almeno 120 msec ).

I pazienti sono stati assegnati , nel rapporto 1:2:2 , alla sola terapia farmacologica , alla terapia di sincronizzazione cardiaca con pacemaker , alla terapia di risincronizzazione con pacemaker-defibrillatore.

Il rischio di morte o di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca è risultato ridotto del 34% nei pazienti con pacemaker e del 40% nei pazienti con pacemaker-defibrillatore , rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia farmacologica.

Il rischio di morte per tutte le cause si è ridotto del 24% tra i pazienti sottoposti a risincronizzazione con pacemaker e del 36% tra i pazienti con pacemaker-defibrillatore. ( Xagena2004 )

Fonte: The New England Journal Medicine 2004


Altri articoli